IL MILITARE PUÒ OTTENERE IL “CONGEDO PER LA FORMAZIONE”?

Una collega mi chiede se anche il militare possa ottenere il cosiddetto “congedo per la formazione”. Beh, vi dico subito che la risposta è sì!

Iniziamo col dire che l’articolo 5 della legge n. 53 del 2000 “Disposizioni per il sostegno della maternità e della paternità, per il diritto alla cura e alla formazione e per il coordinamento dei tempi delle città”, titolato proprio “congedi per la formazione”, prevede che:“1. Ferme restando le vigenti disposizioni relative al diritto allo studio di cui all’articolo 10 della legge 20 maggio 1970, n. 300 (per approfondire leggi qui!), i dipendenti di datori di lavoro pubblici o privati, che abbiano almeno cinque anni di anzianità di servizio presso la stessa azienda o amministrazione, possono richiedere una sospensione del rapporto di lavoro per congedi per la formazione per un periodo non superiore ad undici mesi, continuativo o frazionato, nell’arco dell’intera vita lavorativa. 2. Per «congedo per la formazione» si intende quello finalizzato al completamento della scuola dell’obbligo, al conseguimento del titolo di studio di secondo grado, del diploma universitario o di laurea, alla partecipazione ad attività formative diverse da quelle poste in essere o finanziate dal datore di lavoro. 3. Durante il periodo di congedo per la formazione il dipendente conserva il posto di lavoro e non ha diritto alla retribuzione. Tale periodo non è computabile nell’anzianità di servizio e non è cumulabile con le ferie, con la malattia e con altri congedi. Una grave e documentata infermità, individuata sulla base dei criteri stabiliti dal medesimo decreto di cui all’articolo 4, comma 4, intervenuta durante il periodo di congedo, di cui sia data comunicazione scritta al datore di lavoro, dà luogo ad interruzione del congedo medesimo. 4. Il datore di lavoro può non accogliere la richiesta di congedo per la formazione ovvero può differirne l’accoglimento nel caso di comprovate esigenze organizzative. I contratti collettivi prevedono le modalità di fruizione del congedo stesso, individuano le percentuali massime dei lavoratori che possono avvalersene, disciplinano le ipotesi di differimento o di diniego all’esercizio di tale facoltà e fissano i termini del preavviso, che comunque non può essere inferiore a trenta giorni. 5. Il lavoratore può procedere al riscatto del periodo di cui al presente articolo, ovvero al versamento dei relativi contributi, calcolati secondo i criteri della prosecuzione volontaria”.

Tanto premesso a livello generale, sappiate che per Esercito, Marina e Aeronautica [1] tale disposizione è stata ripresa dall’articolo 15 del D.P.R. n. 52 del 2009 “Recepimento del provvedimento di concertazione per le Forze armate […]” che ha ribadito che “[…] 5. Il personale con almeno cinque anni di anzianità di servizio maturati presso la stessa Amministrazione può usufruire del congedo per la formazione di cui all’articolo 5 della legge 8 marzo 2000, n. 53, per un periodo non superiore a undici mesi, continuativo o frazionato, nell’arco dell’intera vita lavorativa. Tale congedo è autorizzato con provvedimento del Comandante di corpo. 6. Il congedo per la formazione è finalizzato al completamento della scuola dell’obbligo, al conseguimento del titolo di studio di secondo grado, del diploma universitario o di laurea, alla partecipazione ad attività formative diverse da quelle poste in essere o finanziate dall’Amministrazione. 7. Il personale che fruisce del congedo per la formazione viene collocato in aspettativa, oltre i limiti vigenti, senza assegni. 8. Il personale che può avvalersi di tale beneficio non può superare il 3 per cento della forza effettiva complessiva. 9. Il personale che intende avvalersi del congedo per la formazione deve presentare istanza almeno sessanta giorni prima dell’inizio della fruizione del congedo. 10. Il congedo per la formazione può essere differito con provvedimento motivato per improrogabili esigenze di servizio e non può essere concesso in caso di impiego in missioni umanitarie e di pace”.

Ricapitolando, ricordate quindi che il congedo per la formazione:

  • è riservato al personale che ha maturato almeno 5 anni di anzianità di servizio;
  • può essere fruito, al massimo, per 11 mesi totali (anche frazionati) nell’intera vita lavorativa;
  • è “senza assegni” e cioè, durante la relativa fruizione, non si ha diritto ad alcuna retribuzione;
  • viene autorizzato dal Comandante di corpo. Ciò comunque non esclude che possa essere necessario il “nulla osta” di Autorità militari superiori … informatevi presso il vostro Ufficio personale perché la cosa varia da Forza Armata a Forza Armata;
  • comporta detrazioni di anzianità;
  • non può essere concesso se già ne usufruisce più del 3% del personale in forza all’Ente;
  • va richiesto con almeno 60 giorni di anticipo;
  • può essere differito per improrogabili esigenze di servizio;
  • non può essere concesso in caso di impiego in operazioni umanitarie o di pace.

Penso che a questo punto abbiate tutte le informazioni che vi servono, non mi resta quindi che salutarvi … ad maiora!

TCGC

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[1]: per Arma dei Carabinieri e Guardia di Finanza il riferimento normativo da prendere in considerazione è l’articolo 57 del D.P.R. n. 164 del 2002.

COME PREPARARSI AL CONCORSO?

Cosa serve per arrivare correttamente preparati ad un concorso e, soprattutto, ad un concorso nelle FFAA? Nelle considerazioni che seguono ci allontaneremo un pochino dal topic giuridico che caratterizza questo portale web, in modo da offrire ai più giovani, senza alcuna pretesa di completezza, qualche consiglio pratico su come impostare la propria preparazione di base, alla luce dell’esperienza maturata da chi di concorsi e di esami ne ha sostenuti tanti e continua a farlo … d’altronde “gli esami non finiscono mai”!

Iniziamo il discorso individuando con chiarezza cosa sicuramente non abbiamo alcun bisogno di:

DISTRAZIONI – Il punto di partenza non può che essere quello di lavorare sul nostro approccio mentale: dobbiamo abbandonare/evitare ogni possibile forma di autocommiserazione del tipo “non ce la farò mai“, “tanto i posti sono già tutti assegnati” eccetera; le FFAA sono stracolme di persone che sono arrivate dove sono da sole, senza “aiutini” o “spintarelle”. Vincere un concorso nelle FFAA è una cosa possibile e, soprattutto, a portata di mano! Dobbiamo quindi respingere ogni impostazione negativa poiché ci fa allontanare dall’obiettivo finale, distraendoci proprio quando abbiamo bisogno della massima concentrazione possibile. Bisogna fare in modo di liberare la testa da ogni dubbio e perplessità, anche da quelli – per carità, più che legittimi – del tipo “e se poi non mi piace?”, “se poi non mi sento pronto per lasciare la mia famiglia?”, eccetera … Concentriamoci al 100% sul concorso, vediamo di vincerlo e, solo dopo averlo vinto, affrontiamo tutte le altre questioni decidendo, ad esempio, se accettare o meno, presentarsi o non presentarsi affatto! Rimandiamo a dopo il problema e, con esso, ogni distrazione, tanto siamo ancora in tempo per dire eventualmente di no, lasciando il posto a chi magari ha una motivazione più profonda della nostra;

ESSERE PERMALOSI – Mai essere permalosi! Mi spiego meglio, mai offendersi se le cose non vanno esattamente come vorremmo, smettendo di provarci. Bisogna invece provarci sempre, provarci e riprovarci: queste due parole devono addivenire ad essere il “mantra” che ci guida durante tutta la nostra preparazione, anche per evitare ogni possibile futuro rimpianto o rimorso! Non dimentichiamo infatti che solo provando e riprovando i concorsi che si diventa degli esperti, dei veterani, delle “cinture nere” … alla fine dei conti sono proprio le cinture nere, i veterani e gli esperti che rimangono in piedi sul campo di battaglia, superando con successo ogni prova concorsuale;

STRESS – Bisogna assolutamente evitare di arrivare a ridosso delle prove concorsuali per decidere di iniziare a studiare e/o allenarsi fisicamente: tale condizione, infatti, si sposa troppo spesso con lo “stress” e, quest’ultimo, è il nostro più temibile nemico, perché riduce sensibilmente le possibilità di far bene e, soprattutto, di riuscirlo a dimostrare in sede concorsuale.

Insomma, cosa bisogna fare per prepararsi nel migliore dei modi? Credo proprio che bastino pochi ingredienti; la ricetta è semplicissima, quanto complessa nella realizzazione pratica dato che ci richiede tanta dedizione e costanza: avremo infatti bisogno di procedere ad una razionale (auto)organizzazione del nostro lavoro (ho dedicato a questo aspetto anche uno specifico postclicca qui!). Andando per ordine, senza dubbio ci servirà, oltre ad una buona dose di buon senso:

MOTIVAZIONE, SPRIRITO DI SACRIFICIO E COSTANZA – La motivazione al lavoro, al sacrificio e la costanza con cui ci si prepara ad affrontare il concorso, sono elementi fondamentali per poter avere successo; gli atleti sanno bene come ogni vittoria si costruisca giorno dopo giorno, non dimentichiamolo mai!

STILE DI VITA ADEGUATO – Ebbene si, il nostro stile di vita influisce molto sui nostri risultati! Regoliamoci senza però lasciare completamente da parte i nostri affetti e le cose che ci piacciono. Gli antichi romani dicevano: “in medio stat virtus”, cioè la virtù è nel mezzo, senza esagerazioni di sorta, nell’equilibrio generale che va cercato e mantenuto; non dimentichiamo infatti che è proprio l’equilibrio una delle caratteristiche che deve possedere un militare! Per quanto riguarda specificamente lo stile di vita necessario per allenarsi correttamente ed essere fisicamente competitivi per affrontare le prove concorsuali, ognuno di noi ha la sua ricetta vincente e, quindi, su questo punto sorvolo. Quello su cui invece mi concentrerò in un post dedicato è lo stile di vita necessario per aumentare la nostra salute “mentale” e, in particolare, la resistenza allo stress “mentale” (clicca qui!).

APPROCCIO “SCIENTIFICO” – Il taglio che dobbiamo dare alla nostra preparazione è e deve essere “scientifico”: non dobbiamo cioè lasciare mai nulla di intentato, perchè lo studio e la preparazione sono come il maiale: non si butta via niente! Se poi le cose non vanno proprio per il verso giusto serviranno sicuramente per il successivo concorso o per quello dopo ancora. Ritengo sia essenziale applicare alla nostra preparazione concetti militari quali quello della “concentrazione dello sforzo”: usando cioè tutte le nostre energie per raggiungere lo scopo, che è e rimane quello di vincere il concorso … ce lo ricordiamo, vero?

CONOSCI IL TUO NEMICO – Dobbiamo infine sapere esattamente come si svolgerà il concorso che ci interessa (fondamentale sarà leggere con attenzione il relativo bando che trovi nella pagina dedicata sul sito di PERSOMIL – clicca qui!) e cosa la commissione esaminatrice si aspetti da noi, in modo da “attagliare” la nostra preparazione. “Conosci il tuo nemico” (“nemico” che, in questo caso, sarebbe amichevolmente la commissione esaminatrice) è il secondo concetto militare che dobbiamo tenere ben presente. Per farlo con profitto dobbiamo cercare di acquisire ogni elemento di informazione utile al nostro scopo, sia esso il lontano ricordo di un nostro precedente concorso, l’esperienza fatta da un conoscente, il contenuto di un testo di preparazione (in commercio ce ne sono diversi fatti veramente benissimo) o di un blog specializzato. A proposito, alcuni di voi mi hanno segnalato che su un blog che si chiama MININTERNO (clicca qui!) è possibile acquisire gratuitamente informazioni e consigli utili su ogni tipologia di concorso, basta cercare!

A questo punto non posso che augurarvi un grosso in bocca al lupo!

TCGC

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P.S. Molti di voi mi hanno chiesto se servono veramente i vari corsi di preparazione che si trovano in commercio. Non sono sicuro che tali corsi siano fondamentali per raggiungere un livello di addestramento (iniziamo a chiamare le cose con il proprio nome!) sufficiente a vincere il concorso, ognuno di voi sa in cuor suo se ha vuoti di preparazione da dover colmare; la scelta se seguire o meno un corso rimane quindi strettamente personale. La cosa di cui sono però sicurissimo è che tali corsi costino soldi (spesso parecchi soldi) e non di rado si trasformano nella testa di molti di voi in una scusa per autocommiserarsi, un alibi che ingigantisce il vostro ego quando vi lamentate di un risultato che non vi soddisfa: “non mi hanno preso nonostante avessi fatto il corso di preparazione! Basta, non ci provo più!”. Credo che la preparazione e la motivazione giusta per affrontare e vincere un concorso – e in particolare un concorso per le FFAA – debbano provenire in primo luogo da dentro di noi, senza condizionamenti da parte di fattori esterni, peraltro a pagamento! Mi pare proprio che ci siamo ormai disabituati ad apprezzare e a prendere in considerazione le cose gratuite e, con queste, noi stessi, il nostro impegno e la nostra forza interiore! Questo sito internet, che non è costato (quasi) nulla se non la passione e l’impegno di chi scrive (che, peraltro, prima di iniziare non aveva alcuna conoscenza di informatica), ne è la dimostrazione pratica!

LA SALUTE MENTALE AUMENTA LE PROBABILITÀ DI SUCCESSO

La salute della nostra mente è l’elemento fondamentale per il successo: nella vita, nello studio, nel lavoro e, soprattutto, nella preparazione per un concorso. Il tuo cervello, che è l’organo più importante del sistema nervoso centrale, pesa soltanto circa il 2% del peso corporeo ma consuma in media molto più del 2% della tua energia: arriva addirittura a dieci volte tanto (si parla del 20-25% del totale) … come mai? La risposta è più che intuitiva: il cervello è il nostro processore, il nostro motore che è sempre in movimento, sempre attivo! Se non funziona bene, se non è in salute, tutto quello che facciamo ne risentirà, sia a livello fisico che a livello mentale. Senza pretesa di alcuna completezza e, soprattutto, senza alcuna volontà di sostituirmi al tuo medico (che, infatti, ti consiglio sempre di consultare), di seguito troverai alcuni consigli da seguire per fare in modo che la tua “materia grigia” rimanga in forma e, perché no, aumenti le proprie prestazioni.

BIORITMO

Prepararsi per un concorso alla fine dei conti non differisce molto dal pianificare un addestramento militare e, quindi, proprio a questo mi sono ispirato nelle considerazioni che seguono. La prima cosa che devi tenere in debita considerazione è quella di non alterare mai troppo il ritmo naturale del tuo corpo. Generalmente, la mattina il vigore fisico e mentale è quasi per tutti significativamente superiore a quello della sera (beh, per capire se la cosa vale anche per te devi osservarti sperimentando su te stesso, perché nessuno può conoscerti meglio di te stesso!). La cosa funziona sostanzialmente così: vigore massimo dalle ore 7/8 del mattino a mezzogiorno; vigore medio-basso subito dopo pranzo con graduale tendenza al rialzo fino alla cena, crollo definitivo e inesorabile dopo cena. Considera che ogni interferenza in tale naturale essere delle cose può alterare anche la qualità delle tue prestazioni. Se possibile, cerca di mantenere il ritmo anche durante i fine settimana: il tuo corpo non riconosce infatti i sabati o le domeniche. Le ore più produttive della giornata sono e rimangono sempre le prime, quindi sfruttale al meglio! Sforzati di alzarti sempre a un’ora accettabile, anche quando non lavori o non devi andare a scuola.

Il sonno è una componente essenziale del ritmo naturale del corpo in considerazione degli effetti devastanti che la relativa mancanza ha sulla salute fisica e mentale della persona. Dormire poco, infatti, influisce negativamente sul comportamento generale, sull’umore, sulla concentrazione e sul rendimento complessivo: quando sei stanco, inoltre, commetti più errori! C’è un’altra funzione legata al sonno che non devi sottovalutare mai, soprattutto poi se stai studiando per un esame: è infatti ampiamente dimostrato che durante la notte la mente rielabora le informazioni acquisite durante il giorno, le collega e le sistema nella memoria c.d. a lungo periodo. Un sonno di buona durata e qualità rappresenta quindi il presupposto fondamentale per prepararsi proficuamente a sostenere le prove di un concorso. Per dormire bene, per rilassarti nel modo giusto, non ti sovraccaricare mai troppo prima di andare a letto (usando ad esempio il computer o guardando la tv), ma sfoglia un libro o ascolta della musica rilassante. Per combattere eventuali attacchi di sonnolenza che possono insorgere durante il giorno, prova poi a metterti comodo concedendoti un pisolino di circa 20/25 minuti, non di più; in tale fase del sonno è infatti semplice svegliarsi, eliminando l’eccesso di fatica e ritrovando la forza per completare il tuo programma (almeno per le cose più urgenti). Superati i 25/30 minuti, infatti, si entra generalmente in una fase di sonno più profonda; se ti svegli durante tale fase ti sentirai affaticato e irritabile, cioè non nelle condizioni ottimali per poter proficuamente riprendere il tuo lavoro.

ALIMENTAZIONE

Una dieta equilibrata e che faccia al caso nostro deve includere:

  • proteine (uova, pesce, carne, eccetera), che sono l’elemento essenziale per ogni organismo vivente. Una carenza di proteine, infatti, rallenta la continua ricostruzione del nostro corpo, la guarigione e provoca affaticamento;
  • carboidrati, che sono fondamentali perché ci danno energia e, conseguentemente, nutrono il cervello. Rappresentano infatti la benzina che fa muovere tutto, ma non bisogna esagerare: alzano infatti il livello di glucosio nel sangue in pochissimo tempo, l’insulina lo riduce e siamo al punto di partenza, perché il cervello non viene nutrito nel modo giusto per poter reggere adeguatamente lo stress mentale cui la preparazione concorsuale o lo svolgimento di esami ci sottopone. Ecco perché consiglio di prediligere carboidrati “lenti” (pane, pasta, riso e cereali, meglio se integrali): questi, infatti, rilasciano gradualmente il glucosio nel sangue che può quindi essere meglio assorbito dal nostro corpo e alimentare più a lungo il nostro cervello;
  • grassi “sani” (pesce azzurro, salmone, frutti di mare, olio extravergine di oliva, eccetera), tenendo ben presente che il nostro cervello è composto al 60% da grassi, motivo per cui è sconsigliabile escluderli del tutto dalla nostra dieta (evitiamo invece i grassi c.d. idrogenati, ad esempio la margarina, che risultano nocivi per il sistema nervoso perché ostacolano la rimozione delle scorie);
  • liquidi in quantità, perché la disidratazione pregiudica molto le nostre prestazioni sia fisiche che mentali.

Alcuni di voi mi hanno chiesto se il tè o il caffè ci aiutino effettivamente. È ovvio che una tazza di tè o di caffè doni vigore alle nostre capacità mentali, ma attenti a non abusarne! Anche in questo caso la moderazione deve guidarci nella direzione giusta: il tè o il caffè sono infatti stimolanti che presentano molti effetti collaterali negativi; l’abuso, specie se prolungato nel tempo, può infatti creare dipendenza! Discorso diverso deve essere fatto per gli alimenti e, soprattutto, le bevande c.d. “energetiche” che posso risultare addirittura molto pericolose: informatevi bene prima di prenderle (il vostro medico curante può aiutarvi in questo); pensate infatti che alcune di esse, peraltro facilmente reperibili al supermercato, sono addirittura vietate in molti Paesi! Se non potete proprio farne a meno, vi consiglio di assumerle solo il giorno dell’esame e poco prima di sostenere la prova concorsuale.

C’è infine un ultimo aspetto da non sottovalutare mai: una delle più importanti funzioni del cervello è rappresentata dal fatto che nei millenni è stato il nostro più fedele alleato nella ricerca del cibo e nella sopravvivenza. Cervello e stomaco sono quindi strettamente collegati: l’attività cerebrale varia infatti molto in base a cosa e quanto abbiamo mangiato, ovvero dalla fame che sentiamo: se lo stomaco è pieno, questo provoca sonnolenza e il cervello rallenta le proprie funzioni, ragion per cui prima di impegnarci in un’attività stressante, prima di eseguire un lavoro importante o di sostenere un esame, mai mangiare troppo perché una leggera fame (mi raccomando moderata, mai eccessiva!) stimola la nostra attività mentale e chi aiuta a fare di più e meglio.

ATTIVITÀ FISICA

Non vi è alcun dubbio che l’attività contribuisca a migliorare la salute del nostro cervello e la relativa attività mentale. Il benessere fisico deriva da una corretta attività fisica perché favorisce la circolazione del sangue e irrobustisce, oltre ai muscoli, i vasi sanguigni donandogli elasticità. Fare attività fisica regolarmente aiuta inoltre ad attenuare lo stress, a dormire meglio, a ridurre gli sbalzi di umore etc. Tutti questi effetti positivi presentano ovviamente delle ricadute, anch’esse positive, sulle nostre capacità mentali e sulla nostra memoria.

Quando vi sentite stanchi, provati dallo studio, la vostra concentrazione si abbassa o non riuscite a risolvere un problema, uscite a fare una passeggiata, fate una leggera corsa e vedrete che la mente si alleggerirà, ma non il vostro inconscio che continuerà invece ad associare, elaborare, sviluppare nuove ricostruzioni del problema, scovare possibili soluzioni o trovare idee per risolvere. Se poi vi sentite intorpiditi e non potete però permettervi una passeggiata o una corsetta, fate qualche esercizio: muovete le braccia o fate dei piegamenti, ruotate la testa eccetera. Quando praticavo il karate, mi avevano suggerito un buon metodo per dare velocemente vigore al corpo e alla mente: dovevo mettermi velocemente in piedi in tono muscolare, fare un lungo respiro alzando lentamente le braccia verso l’alto per poi espirare abbassandole velocemente. Se necessario ripetevo l’esercizio per 2 o 3 volte. Funzionava bene perché tali movimenti favorivano lo spostamento del sangue dagli organi, agli arti ed alla testa, favorendo l’irrorazione del cervello con sostanze nutritive, ossigenandolo. Provalo, tentar non nuoce!

TCGC

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(AUTO)ORGANIZZA CON RAZIONALITÀ LA TUA PREPARAZIONE

Gli antichi romani sono riusciti a conquistare la quasi totalità del mondo conosciuto già prima della nascita di Cristo. Erano fisicamente minuti, non arrivavano spesso al metro e sessanta di altezza ma sono riusciti ad imporsi su popoli fisicamente più forti e vigorosi di loro. Come avranno mai fatto? La risposta è semplice: con la disciplina, una disciplina ferrea che aveva come corollario un’organizzazione militare perfetta per quei tempi, di gran lunga più sofisticata ed efficiente di quella dei loro – seppur valorosi – avversari.

Da questa premessa storica derivano i seguenti consigli su come autorganizzarsi nel migliore dei modi in vista di un concorso, anche se si lavora o si studia, non dimenticando che ti stai preparando per un concorso nelle FFAA e un giorno sarai proprio tu a dover organizzare il lavoro degli altri! Per impostare una corretta organizzazione del lavoro, ricorda quindi di:

  • mantenere la visione dell’obiettivo finale, raggiungendolo però per tappe. Immagina il punto di arrivo del tuo cammino (cioè il superamento del concorso), dandoti però dei compiti parziali che devi superare giorno dopo giorno, settimana dopo settimana. Proprio come avviene per un addestramento militare, devi suddividere il tuo percorso in tappe, mai più di 2 o 3 al giorno o alla settimana, per evitare di fare confusione, andare in superallenamento, in modo da percepire chiaramente i progressi che stai facendo;
  • premiarti per ogni risultato ottenuto, concedendoti una pausa o una serata extra con gli amici se ritieni di aver raggiunto un buon risultato. In ogni caso, anche se ritieni di non essere stato particolarmente brillante, non dimenticare mai di ritagliarti quotidianamente un poco di tempo per te stesso, per i tuoi amici, la tua famiglia o la tua fidanzata. Sapere che esiste una pausa alla fine della giornata ben ti predispone per rendere il tuo addestramento più proficuo e poi, non dimentichiamo mai che le emozioni positive vissute oggi ti aiutano a fare meglio domani, consolidando i risultati ottenuti;
  • eliminare ogni stimolo esterno: spegni il cellulare o il computer, non guardare la televisione, evita cioè ogni influenza esterna che possa deconcentrarti. Se vivi in caserma e i tuoi commilitoni ti disturbano, vai in un parco, in una biblioteca o dove riesci a sentire solo te stesso e i tuoi pensieri. Ricorda che il difficile è trovare la concentrazione iniziale, dopo mantenere l’attenzione diventa molto più semplice;
  • avere una postazione di lavoro ordinata e pulita. Riordina cioè sempre la tua scrivania prima di iniziare a lavorare, perché facendolo predisponi positivamente la tua mente all’efficienza e, cosa che ci interessa particolarmente, all’apprendimento. A proposito, l’ambiente condiziona la memoria e il tuo corpo si abitua alle posizioni che tieni quando lavori quindi, dato che dovrai probabilmente sostenere una prova scritta seduto su un banchino con soli 45 minuti a disposizione, cerca di non studiare mai sdraiato sul letto, in pigiama e senza misurare il tempo. Starai ovviamente più comodo da sdraiato, ma se ti sforzi a studiare seduto su una sedia impostando la tua sveglia affinchè suoni ogni 45 minuti, il giorno dell’esame ti troverai più a tuo agio, arriverai prima alla concentrazione necessaria per fare bene, procederai con la velocità corretta (poiché il tuo inconscio misurerà lo scorrere dei secondi facendoti usare bene i 45 minuti a tua disposizione), evitando di dover invece perdere del tempo prezioso per metabolizzare lo stress che ti da una posizione del corpo che non sei abituato a tenere e che la tua mente ritiene innaturale.

TCGC

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