Come avviene per ogni procedura selettiva che possa definirsi tale, anche nei concorsi per l’accesso nelle Forze Armate è previsto un colloquio con uno psicologo militare (tecnicamente “intervista di selezione”) che rappresenta un momento fondamentale per tutto l’iter concorsuale, perché è proprio in tale occasione che viene “misurata” la personalità del concorrente … detto altrimenti, è quello il momento in cui si “pesa” l’aspirante dal punto di vista psicologico, caratteriale … e perché no … anche dal punto di vista delle competenze di cui è in possesso! Non abbiate paura dei colloqui (o dei test psico-attitudinali) a cui venite sottoposti, perché servono solo a valutare la vostra “compatibilità” con il profilo professionale per cui state concorrendo, a tutela sia vostra che dell’Amministrazione militare! Provo a spiegarmi meglio … non me ne vogliano i tecnici ma questo post non è stato scritto per loro … pensate al lavoro che vorreste svolgere nelle Forze Armate … bene … ora chiudete gli occhi e cercate di immaginarlo come se fosse un vestito che – badate bene – dovrete probabilmente indossare tutti i giorni per gli anni a venire … Ci siete riusciti? Ottimo! Ebbene … se la vostra taglia è la 48 non potete indossare una 50 o una 46! Nel primo caso, infatti, il vestito vi starebbe largo e nel secondo caso, invece, vi starebbe stretto … il risultato? Vi sentireste a disagio … certo, potreste ovviamente provare a resistere, ma dopo 6 mesi, un anno … magari anche due, il disagio inizierebbe a trasformarsi in sofferenza!  Beh, in ambito professionale funziona sostanzialmente allo stesso modo … infatti, se voi siete una taglia 48 e il lavoro che volete è fatto per una taglia 50 o 46, significa che non è per voi … se poi avrete anche la (s)fortuna di andarlo effettivamente a svolgere, vi sentirete sicuramente a disagio … soffrirete … e con voi soffrirà chi vi vuole bene … nonché l’Amministrazione militare: mi riferisco qui ai vostri superiori, ai vostri colleghi eccetera … e tutto ciò perdendo (e facendo anche perdere agli altri) molto tempo, con il serio rischio di non considerare tutta una serie di altre possibilità o chances lavorative che potrebbero presentarsi proprio mentre fate di tutto per farvi star bene un vestito che non è fatto per voi! Ecco perché dovete pensare allo psicologo militare come a chi, anche nel vostro interesse, è chiamato a dare un parere professionale sulla vostra attitudine a diventare un militare … ritornando all’esempio fatto poco sopra … a valutare cioè se il vestito che volete indossare sia della vostra misura e vi stia quindi bene addosso … comodo direi! Sfatiamo ora un mito … diffidate da chi sostiene che un colloquio con l’Ufficiale psicologo possa essere pregiudicato da una singola risposta “sbagliata”, da un silenzio o da una crocetta “errata” nei test psico-attitudinali perché non funziona proprio così! Gli psicologi militari, infatti, hanno una profonda esperienza nelle risorse umane e una professionalità che gli permette di indagare a fondo il candidato nella sua interezza, senza “distorsioni” … cioè a prescindere da fattori causali o non pertinenti!

Tanto premesso, quali sono le caratteristiche del candidato che lo psicologo militare cerca di scovare nel corso del colloquio? Beh, in linea generale, la motivazione, l’adattabilità alla vita militare (sia come propensione alla disciplina militare che come predisposizione ad essere inseriti in un contesto gerarchico) e poi, in relazione al tipo di profilo professionale per cui si concorre (cioè Ufficiali, Sottufficiali o Militari di Truppa), l’attitudine al Comando, alla gestione dello stress, all’autocontrollo eccetera.

Passiamo ora a vedere, a grandi linee, in che modo sarete valutati. Ebbene:

  1. preliminarmente, lo psicologo militare esaminerà il vostro fascicolo che contiene, oltre al vostro curriculum vitae/scheda biografia, il risultato di tutta una serie di test a cui siete stati precedentemente sottoposti. In questa fase, si farà ovviamente una prima e generale idea su chi siete … anche per capire in quale direzione indirizzare il successivo colloquio vis a vis con voi;
  2. durante il colloquio vero e proprio, l’Ufficiale psicologo verificherà le ipotesi che si è fatto nella fase precedente, cercando cioè di trovare “dal vivo” conferme sull’idea che si è fatto di voi approfondendo, se necessario, alcuni aspetti della vostra personalità e del vostro carattere. Si affiderà naturalmente a tecniche ben precise che gli permettono di esaminarvi a 360º, indagando cioè tutti gli aspetti (verbali e non verbali) dell’incontro che sta avendo con voi;
  3. successivamente al colloquio, lo psicologo militare esprimerà quindi una valutazione su di voi, dando dei giudizi (scarso, ottimo, sufficiente eccetera) sui vari aspetti indagati, mettendoli peraltro a sistema con i risultati dei vostri test psico-attitudinali e con tutto quanto è emerso dall’esame delle vostre pregresse esperienze lavorative, scolastiche e umane (curriculum vitae/scheda biografica).

Non dovete assolutamente demoralizzarvi poi se il giudizio risulterà non positivo perché ciò non vuole affatto dire che abbiate qualche particolare problema e che dobbiate quindi farvi curare! Significa, infatti, solo che nel momento in cui siete stati valutati non vi adattavate bene al tipo di profilo professionale per cui stavate concorrendo: non dovete quindi prenderla come una “bocciatura” di voi stessi e, soprattutto, come un qualcosa di definitivo e che valga cioè “per sempre” … nulla esclude infatti che in un successivo concorso – e quindi in un differente momento della vostra vita – superiate il colloquio psicologico alla grande … per tanto non demordete e continuate sempre a provarci!

Passiamo ora alla parte più interessante del postcome dovete prepararvi al colloquio con lo psicologo militare? Beh … innanzitutto rispettando voi stessi e la vostra intelligenza … ecco perché non dovete assolutamente stare a sentire chi vi consiglia di adottare un determinato atteggiamento, di pronunciare (o non pronunciare) una determinata parola, di dire (o non dire) una determinata frase: queste sono infatti tutte stupidaggini! L’indagine psicologica, con le tecniche che si usano oggi, è infatti ormai fin troppo sofisticata per non farvi apparire per come siete veramente, facendo cioè emergere le caratteristiche principali della vostra personalità e del vostro carattere! Evitate quindi di stressarvi inutilmente … peraltro, troppo spesso il presentarsi ansiosi al colloquio può comprometterne la buona riuscita … capite bene che una cosa è essere (giustamente) preoccupati per il concorso come è normale che sia e cosa ben differente è invece essere (e farsi vedere) ansiosi proprio mentre state sostenendo il colloquio! Quindi, invece di farvi salire l’ansia, lavorate su voi stessi e fate in modo da arrivare di fronte all’Ufficiale psicologo predisposti positivamente, senza cioè cercare di sembrare un’altra persona, convinti del fatto che avete tutti i requisiti necessari per avere successo e che, soprattutto, avete fatto tutto quello che era nelle vostre possibilità per vincere il concorso … senza alcun rimpianto!

Vi starete chiedendo a questo punto … ma insomma come sarà questo colloquio? Cosa mi verrà chiesto? Vi rispondo a tali domande con una domanda … e come potrebbe essere? Anche se sarete di fronte ad un professionista che vi deve valutare, esaminare e giustamente soppesare … in fin dei conti il colloquio è e rimane solo una “chiacchierata” su voi stessi! Facendo ricorso al comune buon senso, fate in modo di arrivare a tale appuntamento:

  • sereni e disponibili … dimostrando cioè la sicurezza di chi si sente a proprio agio perché non ha nulla da nascondere;
  • in ordine con la cura personale … dimostrando cioè di avere rispetto della vostra persona e di chi avete di fronte;
  • con un abbigliamento che sia comodo ma comunque appropriato al contesto … state infatti sostenendo un concorso pubblico, non dimenticatelo mai!
  • (anche) per far capire che siete ben consapevoli delle caratteristiche umane e professionali che servono per ben operare nel profilo professionale per cui state concorrendo;
  • portando con voi un curriculum vitae aggiornato … non è detto che serva, ma non si sa mai … fate poi in modo che sia ordinato e scritto per bene, anche dal punto di vista grafico;
  • avendo pronto in mente (il che non significa assolutamente aver imparato a memoria!) un discorso di presentazione da cui emerga chiaramente (e sinteticamente) chi siete, cosa avete fatto, quali sono le vostre caratteristiche e, soprattutto, la motivazione che vi ha spinto a fare domanda.

Passando al rovescio della medaglia e facendo sempre ricorso al comune buon senso, le domande dello psicologo militare non potranno che vertere essenzialmente:

  • sui vostri studi (e risultati conseguiti), precedenti lavorativi, interessi personali eccetera;
  • sui valori in base ai quali siete stati educati e su cui si fonda la vostra “filosofia di vita”;
  • su cosa vi aspettate dal futuro e, soprattutto, dal lavoro in caso di superamento del concorso;
  • sulla vostra motivazione … ovviamente la motivazione va adeguatamente sostenuta e argomentata … ma questo dipende solo da voi: non abbiate quindi timore di dire come la pensate e, cioè, che volete arruolarvi perché, ad esempio, condividete i valori dell’Organizzazione militare, desiderate fare nuove esperienze, ambite a migliorarvi dal punto di vista economico e/o sociale, sperate di poter ripercorrere le orme di vostro padre militare di carriera, eccetera eccetera eccetera.

Tirando le somme, durante il colloquio dovrete per parlare di voi stessi e per farlo bene dovete prima indagare a fondo chi siete … se dedicherete a questa indagine il tempo necessario, se cioè mediterete bene su di voi lo psicologo militare capirà da ciò che dite (e, soprattutto, da come lo dite) che avete la giusta motivazione … cioè che non avete superficialmente deciso di partecipare al concorso (solo per provarci insomma!) ma che, al contrario, lo avete fatto perchè volete investire su voi stessi e che la decisione di volersi arruolare è stata quindi il frutto di una scelta matura e pienamente consapevole.

A questo punto non mi resta altro che farvi un grosso in bocca al lupo per il concorso … ad maiora!

TCGC

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